High rise

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High rise (2015) • VOTO 10

Un capolavoro moderno sulla lotta di classe orwelliana in stile Kubrick (potete rileggere questa frase fino a tre volte, se continuerete a non capire vorrà dire che non avete mai letto 1984 e non avete mai visto Arancia Meccanica).

Un architetto (Mr. Royal) costruisce una serie di grattacieli con l’intenzione di ospitare vari strati della società. Il palazzo in questione ha 40 piani in cui “A nessuno interessa cosa succede due piani sotto o sopra di se.”, all’ultimo piano la reggia dello stesso architetto. Il protagonista, Dr. Talbot Laing (un ottimo Tom Hiddleston), si trasferisce nel palazzo e ne scopre le dinamiche sulla sua pelle, non venendo pienamente accettato né dai piani alti, né da quelli bassi. 
Il malcontento nel palazzo è tangibile e sfocia nella inevitabile rivoluzione. Laing è spettatore quasi esterno della lotta, cerca in ogni modo di adattarsi perché “Ci vuole una certa determinazione a remare contro corrente.”, solo verso la fine si lascia coinvolgere dalle ragioni del leader del “popolino”, Richard Wilder (magistralmente interpretato da Luke Evans).

Il film si merita il massimo dei voti perché è semplicemente perfetto: la colonna sonora di altissimo livello; l’interpretazione degli attori spettacolare; la scenografia ricchissima e non manca di effetti speciali, nonostante il film sia girato quasi completamente nel palazzo; la fotografia gioca perfettamente con le luci, con le inquadrature dall’alto e non è mai banale; infine la regia che mette insieme tutto questo in due ore di film che non stancano e ci coinvolgono.


Da vedere assolutamente almeno un paio di volte, ma, come dicevo all’inizio, solo se sapete di cosa stiamo parlando. Non è il caso di leggersi un trattato di filosofia se ci piacciono solo i fumetti di Topolino, no?

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