Arrival

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Arrival (Denis Villeneuve, 2016) • VOTO 10

Cosa succederebbe se arrivassero gli alieni? Riusciremmo a capirli? E se avessero solo intenzione di aiutarci, saremmo in grado di comprendere il loro gesto?

Louise (Amy Adams) è una stimata professoressa di linguistica di un’università degli Stati Uniti. Quando arrivano 12 navi aliene e si posizionano in diverse zone del pianeta totalmente immobili, Louise viene contattata da un Colonnello dell’Esercito per tentare di decifrare il linguaggio degli alieni. Viene così accoppiata con Ian (Jeremy Renner), un fisico, il loro scopo è capire il motivo della visita degli alieni.
Salendo sulla nave si ritrovano davanti ad un grande acquario con dentro due mani giganti con 8 dita (sono gli alieni) che parlano emettendo suoni simili al didgeridoo e scrivono attraverso dei cerchi di inchiostro.

Un film che ci lascia con tante domande riguardo il nostro essere umani, le contraddizioni che storicamente ci caratterizzano, l’incapacità di riconoscerci come appartenenti ad un’unica razza e pianeta e la conseguente assenza di collaborazione disinteressata per un fine unico. Un film esistenziale quindi, dove i protagonisti non sono certo gli alieni.
Dal punto di vista tecnico il film è pura luce e fotografia, impeccabili dal primo all’ultimo fotogramma, che, insieme alla maestosa colonna sonora e ai flashback, coinvolgono e ci trasportano in un mondo futuro. Cuore, mente e stomaco sono assolutamente rapiti dal film.


Saremo mai in grado di cooperare veramente? Può un linguaggio terzo universale essere la soluzione?

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