The dark horse

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The dark horse (Richard Eyre, 2014) • VOTO 8

Un Maori neozelandese bipolare riesce a salvare un gruppo di ragazzi di un sobborgo attraverso un circolo di scacchi.

Gene ha origini Maori e viene da una famiglia povera e disastrata. A causa del disturbo bipolare finisce in un istituto mentale dove impara a giocare a scacchi. Quando esce è ormai adulto e suo fratello maggiore, che lo ospita nella stanza del figlio, è diventato capo di una banda di banditi motociclisti.
Un giorno facendo la spesa Gene trova l’annuncio di un circolo di scacchi per ragazzi, al che decide di andare via da casa e proporsi come insegnante al circolo. Dopo aver superato il pregiudizio per il suo problema mentale con il responsabile del circolo, l’omone dalla faccia innocente promette ai ragazzi che li porterà ad un torneo ad Aukland.
Durante il periodo nel circolo Gene dorme per strada e si arrabatta come può. Il nipote lo segue di nascosto e Gene lo fa entrare nel circolo. Quando lo zio lo scopre inizia lo scontro con Gene.
Alla fine Gene riuscirà a mostrare ai suoi ragazzi che esiste altro oltre al loro sobborgo e alla povertà il tutto grazie agli scacchi.

Il film è ispirato alla vera storia di Genesis Wayne Potini che aprì un circolo di scacchi per ragazzi dando un forte contributo alla comunità a cui apparteneva. Una storia pregna dei contrasti neozelandesi, in cui i nativi sono abbandonati a loro stessi in comunità fatiscenti ed isolate. 
Cliff Curtis, che interpreta Gene, entra benissimo nella parte, tanto da ingrassare di 30kg e studiare scacchi con i discepoli del vero personaggio per prepararsi. La pellicola non è mai lenta o scontata, ma coinvolge e appassiona chi guarda.


Decisamente una bella storia.

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