Sotto la sabbia

12:12


Sotto la sabbia (Martin Zandvliet, 2015) • Voto 10

Nei giorni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, più di 2000 soldati tedeschi presenti sul territorio danese furono obbligati a sminare le spiagge del paese. Più della metà di loro perse la vita.

Nei giorni in seguito alla resa della Germania nel maggio 1945, i soldati tedeschi presenti in Danimarca divengono prigionieri dell’esercito danese. Questi ragazzi, spesso nemmeno maggiorenni, si trovano non solo a dover affrontare il rancore della popolazione oppressa per la violenza subita in precedenza, ma a rispondere anche dei danni fisici inflitti al paese. Infatti, per la  paura di Hitler di uno sbarco sulle coste danesi, l’esercito del Reich negli anni precedenti aveva riempito le spiagge di mine.
È così che al Sergente Carl viene affidata una squadra di soldati tedeschi per bonificare un tratto di costa. Carl è accecato dalla rabbia per le violenze della guerra appena finita e tratta i ragazzi come veri animali, lentamente, però, il lato umano del Sergente si fa avanti e Carl si rende conto che questi sono solamente ragazzini senza una vera colpa.

La pellicola danese ci fa schierare con i “poveri” soldati tedeschi e ci mostra come la natura umana possa essere orribilmente accecata dalla rabbia, tanto da non comprendere che abbassandosi al livello della violenza appena subita si diventa complici del nemico. Un film decisamente violento sia dal punto di vista grafico, che da quello emotivo. Martin Zandvliet ci racconta questa storia in maniera cruda e diretta dalla prima all’ultima scena. La spiaggia piena di mine è il paradiso e l’inferno, il luogo dove i ragazzi sognano di tornare a casa, sudano con la mina in mano e spesso esplodono senza lasciare traccia. È la guerra senza veli.

Consigliatissimo.

0 commenti

Lascia un commento